Nel primo articolo, vi avevo parlato della scrittura di
getto, quella istintiva, che ci permette di buttare fuori tutte le nostre idee
e di iniziare a prendere confidenza con la nostra storia.
Tuttavia, dopo pagine e pagine, ci accorgiamo di essere un po’
allo sbando. La storia c’è, ormai la conosciamo, ma sembra che non abbia né un
capo e né una coda, e la cosa, all’inizio, è molto scoraggiante.
Niente paura.
Iniziamo una fase un po’ meno istintiva e molto più
programmatica. Come fare?
Per comodità dividiamo il romanzo in tre “pezzi” distinti.
L’inizio
La parte centrale
Il finale.
Usiamoli come punto di riferimento e durante il nostro
percorso teniamo sempre a mente questo piccolo ed elementare schema. Sarà
tutto molto più facile.
L’inizio.

Sono pagine molto
importanti, queste. Il biglietto da visita con cui ci presentiamo, non
perdiamoci perciò in lunghissime descrizioni di luoghi e persone, non
raccontiamo tutto ciò che abbiamo in mente e tutto quello che si annida nei
pensieri dei personaggi, dobbiamo essere accattivanti, far intuire che c'è ancora molto da scoprire, che il meglio deve ancora arrivare. Bisogna convincere il lettore a proseguire!
Pensiamo a un thriller: inizieremo con la presentazione di
un efferato omicidio, conosceremo la squadra chiamata a risolvere il caso, la pericolosità dell'assasino ecc.
La parte centrale
La parte in cui i fili vanno annodati.
La situazione si ingarbuglia, sveleremo colpi di scena, divideremo coppie di
innamorati, faremo finire in prigione l’eroe, evadere l’assassino.
La fase che in genere è più concitata e ricca di avvenimenti. Ormai abbiamo la
fiducia del lettore, ora ci tocca… stupirlo!.
Il finale
Qui i fatti salienti sono avvenuti e dobbiamo accompagnare personaggi e lettori verso il giusto finale.
La parte in cui si affrontano le conseguenze di ciò che è accaduto nel corso del
romanzo e si demarca l’evoluzione dei personaggi.
Come un cerchio che si chiude,
apprendiamo come è cambiato lo scenario iniziale, e concludiamo tutte le linee narrative.
Se si tratta di un lieto fine, è la parte più dolce per il lettore, magari, dopo
tante peripezie, vedrà la coppia coronare il suo sogno d’amore. Oppure
soffrirà, perché purtroppo non ci sarà pace per i loro eroi.
Ora possiamo dividere i fatti e gli avvenimenti in base a questo essenziale schema.
Prima di procedere però, occorrerà avere ben chiaro qual è
lo scopo e il genere del romanzo che sto andando a scrivere:
Romance? Thriller? Avventura? Giallo? Ironico?
Scrivere è un arte, e come tutte le arti, rappresenta la massima espressione della libertà. Largo all'istinto, ma non perdiamo di vista che ogni genere letterario ha delle regole da rispettare per rimanere in canone.
Dei vari generi e delle loro regole, però, ne parleremo più avanti.
Altro punto fondamentale: la ricerca.
Contemporaneo o
storico, non fa differenza. Qualunque sia l’epoca occorrerà dedicare del tempo
a questo passaggio. Bisognerà documentarsi sull'ambientazione scelta, sulla professione dei nostri protagonisti, sul cibo che mangiano, sul
clima del luogo in cui vivono. È consigliabile perciò fare un piccolo
schema e appuntare tutti gli argomenti che vanno approfonditi.
Di questo, però, ne parleremo in maniera molto più
ampia nel prossimo articolo!
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